mercoledì 13 dicembre 2017

Pubblichiamo la motivazione del Premio "Nino Martoglio" conferito a Tommaso Romano per la poesia

Tommaso Romano è figura di intellettuale multiforme e di scrittore a tutto tondo per l'imponente produzione poetica, saggistica, di aforismi a cui sono andati prestigiosi riconoscimenti, fra tutti il Premio della Cultura delia Presidenza del Consiglio e le Palme Accademiche della Repubblica di Francia. Presidente Onorario dell'ISSPE (Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici), direttore delle riviste Spiritualità & Letteratura e Ara Pacis. È vice Presidente della Fondazione Ignazio Buttitta, docente di filosofia, estetica e antropologia criminale, Tommaso Romano ha guidato importanti periodici che hanno rilanciato, fra il tanto altro, il tema "spinoso" del rapporto tra arte e aspirazione al sacro. Personalità eclettica, appassionato promotore di cultura, ha rivestito numerose cariche di prestigio, rendendo testimonianza di un interesse per l'arte nel pieno dell'armonia tra sperimentazioni intime, dal sapore mistico, e ambizioni totalizzanti. Fondatore delle "Edizioni Thule" oggi Fondazione, Tommaso Romano incarna il carisma del poeta che vorrebbe dare forma e contenuto ad un mondo dai contorni e dalle sostanze definibili a un tempo rivoluzionarie e tradizionali. Tra gli innumerevoli temi che emergono dalla vasta sua opera, la relazione tra libertà e responsabilità, tra uomo e scienza e tecnica, tra individuo e sistema economico.

Nell'elegante raccolta di liriche Dilivrarmi (Liberarmi) - antico termine letterario tratto dal sonetto di Francesco Petrarca "lo son, sì stanco sotto 'I fascio antico", dalla intensa, profonda ispirazione religiosa - che ci introduce al grande tema della libertà, edita da Salvatore Sciascia, Tommaso Romano, in virtù della profonda sua vocazione alla filosofia s'inscrive, sottolinea Raffaele Nigro, nella nota introduttiva, "a una linea poetica di riflessione e di astrazione, come dire Campanella e Holderlin, per restare tra gli esempi alti". Con un inquieto verseggiare dalla cifra ermetica, che attinge alla memoria, alle cronache personali, alla natura, Tommaso Romano traduce lo scarto tra un passato ricco di sentimenti e un presente sfuggente e vano e, nel contempo, indica la strada di una nobile quanto solitaria e titanica resistenza morale.

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