di Sandra Guddo Spatola
Inizierei subito prendendo spunto
dal titolo di un’opera di Tommaso Romano “ Raccontare è raccontarsi”. Se
condividiamo tale sillogismo,è legittimo affermare che Ida Rampolla del
Tindaro,nel raccontare l’opera di T.Romano,in ultima analisi ,racconta anche un
po’ di se stessa. Il risultato? Viene
fuori il ritratto di una grande donna,di ampia cultura di respiro europeo,sensibile
ed acuta,che,attraverso un procedimento di analisi attenta ed accurata ,riesce
a delineare una sintesi dell’opera di T.Romano senza cadere nella retorica o
nell’enfasi,senza comprensione pelosa,senza sbavature,senza cedere
all’agiografia. In modo pacato,attraverso un linguaggio chiaro ed
efficace,esprime i fondamentali del pensiero di T.Romano,utilizzando,dove è
necessario,una terminologia specifica afferente alle diverse discipline(dalla
teologia alla musica ,alla filosofia) riuscendo ad essere ugualmente fluente e
discorsiva e a regalarci una visione complessiva della sua opera. Impresa non
facile,considerando la mole della sua produzione che spazia,con eguale
intensità,dalla poesia alla saggistica,dalla narrativa alla diaristica e alla
storia. E non soltanto! E proprio,al fine di sintetizzare,tenterò una
rivisitazione diacronica,basandomi sulla ricerca critica di Ida
Rampolla,privilegiando una chiave di lettura che metterà in evidenza alcuni
aspetti dell’opera di T. Romano,anziché
altri,non perché siano meno interessanti ma perché la sintesi è d’obbligo in un
incontro come questo dove il tempo è tiranno. Invece per parlare di T. romano
occorrerebbero diversi seminari,convegni e studi.
Personaggio centrale nel panorama
della cultura contemporanea,T. Romano si distingue non soltanto per la sua vasta
e multiforme produzione letteraria e storiografica ma anche per l’impegno
costante come promotore,organizzatore e curatore di innumerevoli manifestazioni,
eventi,incontri e convegni, come membro di prestigiose giurie e curatore di
riviste letterarie,blog e rubriche televisive. Indimenticabili sono gli
incontri con l’Autore che risalgono al periodo in cui fu Assessore provinciale
e poi comunale alla cultura nella città di Palermo. Fondatore e curatore della
rivista letteraria “ SPIRITUALITA’ E LETTERATURA”,riuscì a coagulare intorno
alla rivista un gruppo di poeti siciliani di elevata spiritualità dalle cui liriche
emerge la concezione della POESIA come espressione del mistero dell’ essere. La
ricerca sulla funzione della poesia viene ulteriormente approfondita nel “
MANIFESTO DI THULE “ ( 1985). La Poesia è ispirata dall’Assoluto e,attraverso
un procedimento metanoico,ritorna rafforzata all’Assoluto. E’ un esercizio
spirituale,introspezione,ripiegamento su se stessi che serve alla poesia per
entrare nella dimensione del Sacro e che ci dà,come asseriva Ungaretti,nozione
di Dio. Già nel convegno ad Andalo del 1954 si delineava chiaramente la visione
ontologica e mistico-religiosa che il nostro Autore ha della poesia. Tornando
alla parola Thule, da cui tra l’altro prende nome la Casa Editrice da lui
fondata quando era ancora sedicenne ((1971),Thule,come
dicevo,ricorda la mitica isola di isola che era per Virgilio simbolo
dell’ultima speranza e anche meta di un simbolico viaggio,ha dato il nome anche
alla Fondazione Thule Cultura che è diretta filiazione della casa editrice che
conta al suo attivo ben 800 editi e raccoglie oltre quindicimila volumi, parte
dei quali sono stati donati a biblioteche italiane ed estere. La
Fondazione è una vera e propria casa
museo per la pregevole collezione di oggettistica,mobili, quadri che rivelano
il suo amore per la memoria e il ricordo. Per questo aspetto rimandiamo
all’articolo di Germano Sgargiali,apparso sul periodico “ Palermo Parla”(
aprile-maggio 2015) .
La prima opera poetica di T.
Romano,non a caso porta il titolo di “ISOLA DI DIAMASCIEN” ,dove emerge il
concetto di solitudine,legato al concetto di isolamento che ha la stessa radice
di isola ma che deve essere inteso non come orgoglioso,se non
sprezzante,distacco dall’umanità,al contrario è partecipazione al dolore umano
come si evince dalla poesia” Per Francesco” dove il poeta raggiunge toni di
elevata spiritualità.
La solitudine come viene chiarito
in “ANACORETA OCCULTO” è vista come necessario momento di meditazione e lavoro
interiore per sentire la voce dell’Assoluto ma non è mai separazione dal cosmo
di cui l’uomo fa necessariamente parte perché ogni essere vivente è come la
tessera di un grande mosaico nel quale è integrato ed ha senso soltanto in tale
dimensione. Ogni essere umano è dunque indispensabile nell’economia del Creato,come
è spiegato,in “MOSAICOSMO” un neologismo che efficacemente ci racconta che ogni
essere, anche il più piccolo e insignificante,ha una missione da compiere: è un
tassello del grande progetto divino,è microcosmo nel macrocosmo. Al concetto di
mosaico è collegato il tema dell’oro,come in “ ORO DEL MOSAICO” dove
l’oro,usato come sfondo nei mosaici,come avviene anche nella pittura orientale,rappresenta
l’infinito e il mistero;duttile e resistente al contempo,rappresenta la
perfezione e la luce divina e ne è simbolo.
L’uomo dunque non va considerato
in modo separato da tutti gli altri elementi del mosaico in cui ha trovato la
sua configurazione ed è per questo che in “ AMMIRATE BIOGRAFIE” ma anche in “
PELLEGRINO AL PELLEGRINO” viene ribadita la necessità di inquadrare il
biografato nel contesto in cui è vissuto,tenendo conto di tutti i fattori che
hanno interagito con lui nel corso della sua vita e delle sue opere all’interno
di una società di cui è coprotagonista;fattori che spaziano da quelli
affettivi,familiari,culturali e spirituali alle strutture sociali,economiche e
finanziarie! In”Pellegrino al pellegrino”aveva condotto l’analisi della
fenomenologia della lirica italiana mettendo in evidenza di ogni autore
trattato,l’originalità del pensiero,la ricchezza spirituale,l’analisi
contenutistica e formale ed anche preziose connotazioni psicologiche:ciò
coerentemente con la visione espressa in Mosaicosmo e nelle opere successive.
In” Ammirate Biografie” T. Romano si occupa del recupero e della valorizzazione
di autori siciliani del novecento che altrimenti,caduti nell’oblio, sarebbero
stati ignorati per sempre e procede alla rivalutazione di alcuni di essi
particolarmente meritevoli come Gandolfo Iraggi o Cristina Campo e di
moltissimi altri,degni di nota.
Ma qual è il concetto di
biografia? T. Romano ce lo spiega in uno studio contenuto in “PER LA FONDAZIONE
DELLA SCIENZA DELLA BIOGRAFIA” in cui affronta anche la questione metodologica
che non può non basarsi sul metodo euristico della ricerca. In tale
ottica,grande importanza assume anche la diaristica per la sua dimensione
cronologica e come testimonianza diretta dei fatti vissuti dagli autori
narranti. In tal senso è molto utile l’uso degli strumenti informatici e della
più avanzata tecnologia per condurre ricerche in tempi rapidi, con l’occhio
sempre rivolto al presente,come è possibile leggere in un’intervista al
giornalista Vito Mauro. A questo punto appare evidente l’importanza
contributiva che possono dare alla storia la scienza biografica e la diaristica
per lo studio del passato . Ciò avviene nell’opera di T. Romano “ SICILIA
1860-1870- UNA STORIA DA RISCRIVERE “ . Come dice Paolo Mieli, il lavoro dello
storico non finisce mai perché la storia va scritta e riscritta alla luce dei
nuovi documenti, di nuove fonti e rinvenimenti al fine di ristabilire la verità
su alcuni fatti storici del passato di dubbia interpretazione,così come è
avvenuto per la storia della Sicilia nel decennio esaminato da T. Romano e per
la tanto controversa Questione Meridionale, dove è evidente la mistificazione
dei fatti relativi a quegli anni operata da certa storiografia con il sostegno,consentitemi
di aggiungere, dei mass-media e di dubbia pubblicista antimeridionale.
Un altro importante lavoro
storico è rappresentato dallo studio su “ VITTORIO AMEDEO D’AOSTA” che fu
illuminato sovrano di Sicilia dal 1713 al 1720,periodo assai breve durante il
quale,tuttavia,riuscì ad emanare leggi e provvedimenti in campo economico e
finanziario,come il riordino delle dogane,dazi e tariffari. Il re diede impulso
ad alcune importanti attività: da quelle estrattive,alla lavorazione del vetro
e della lana e ad innovare il servizio postale. Iniziative che avrebbero avuto
una ricaduta positiva su tutta la popolazione,comprese i ceti meno abbienti.
Lontano da tentazioni
agiografiche,si pone l’opera su “LA BEATA MARIA CRISTINA DI SAVOIA” che
ricostruisce,in particolare, servendosi di fonti attendibili,il periodo che va
dal 1832 al 1836,periodo durante il quale fu regina di Napoli,avendo sposato
Ferdinando II . Modello di virtù,fu una regina illuminata che seppe aiutare il
suo popolo con iniziative sorprendenti per quel periodo come la colonia di S.
Leucio, storica fabbrica di seterie .
Un altro tema ricorrente è quello
del viaggio in cui esprime la convinzione che la vita di ognuno di noi è un
avventuroso viaggio per raggiungere la completezza,la perfezione che su questa
terra ci è negata:un viaggio verso l’Assoluto,un viaggio dal microcosmo al
macrocosmo!
La ricerca,la memoria,il ricordo
sono temi,coniugati con l’idea del viaggio,altrettanto importanti per comprendere
il pensiero di T. Romano e che troviamo a più tratti in diverse opere tra le
quali è d’obbligo citare”LA COLONNA E IL MARE” e “FUTURO EVENTUALE” ed “EREMO
SENZA TERRA”. Il viaggio talora è inteso come viaggio di ricerca verso le
nostre più lontane radici, come accade in “ Pellegrino al Pellegrino” dove l’uomo ritrova nelle grotte dell’Addaura
le sue origini. Ma anche ricerca dell’arcana bellezza che risiede in ogni
frazione del cosmo o ricerca intesa come evasione dalla banalità quotidiana o
se vogliamo dall’immanente per aspirare,in una tensione continua,al
trascendente. Memoria e ricordo sono due temi fondamentali per comprendere
l’amore che T.Romano nutre per il collezionismo non soltanto di oggetti,mobili
e quadri di valore intimistico ed oggettivo,raccolti nella casa museo della
fondazione Thule. Ma è chiaro che non tutto merita di essere preservato e ciò
vale anche per le opere di autori che Egli recupera dall’oblio: occorre
discernimento critico altrimenti si rischia di tradurre il collezionismo in
un’accozzaglia di cose,opere ed autori di dubbio valore. In “ RACCONTARE E’
RACCONTARSI” E in “TEMPO DORATO” la memoria torna indietro alla sua adolescenza
di cui racconta le prime crisi e problematiche ,non trascurando di descrivere
personaggi davvero caratteristici,quasi caricaturali,come la zia Maria o Don
Peppinello,mostrando capacità di indagine psicologica e un sottile umorismo
degno di Pirandello. Dà spazio a quartieri oggi in stato di degrado come
Romagnolo o certe vie del centro o ad alcune tradizioni scomparse,come il culto
delle visite, il cui valore resta altissimo: “La tradizione non è certo banale
e acritica conservazione piuttosto perenne innovazione che non rinnega le
radici.”(da intervista concessa al giornalista Vito Mauro )
Un tema a parte che merita
approfondimenti e che invece qui sarà soltanto accennato è il valore della
parola. La Parola è segno del segno, è insieme fonema e grafema, o
meglio,musica e filosofia ,non a caso i greci definivano la poesia “lirica”:verso
e melodia insieme. La parola è “veicolo privilegiato della verità
trascendente”e quindi diventa legame tra l’umano e divino nella continua
dialettica immanenza-trascendenza. E davvero le poesie di T. Romano sono
impregnate di tale ricerca che,utilizzando termini arcaici e desueti o di
raffinata bellezza,come nel caso di ESMESURANZA e DILIVRARMI,riesce a
raggiungere versi di sublime ardore dove tutta la sua intrinseca spiritualità
si traduce in humanitas ed,oserei aggiungere,in pietas. Pietas ed humanitas che
attraverso i versi della poesia di Senghor ( SENGHOR 100 ANNI –UMANESIMO CIVILE
E POESIA DELLA NEGRITUDINE),in ultima analisi, consentono a Tommaso Romano di
esprimere tutta la solidarietà verso chi,diverso da noi, cerca nella nostra
isola accoglienza: attitudine questa consolidata nel corso della nostra storia
e di cui i siciliani non siamo secondi a nessuno.
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