venerdì 19 ottobre 2018

Tommaso Romano, "L'airone celeste" (Ed. All'insegna dell'ippogrifo)

di Adriana Mastrangelo


“Come l’Airone viene innalzato dalle sue piume e si muove ovunque nell’aria, così nel corpo l’anima viene sollevata attraverso il pensiero e si estende ovunque”

Ho incontrato Tommaso Romano la prima volta in occasione della presentazione della “Divina Commedia disegnata“di Pippo Madè e l’impressione che ne ebbi era quella di una persona pacata e seria. Durante la presentazione potei apprezzare la profondità dei suoi concetti, non ovvi ed espressi con un linguaggio chiaro, preciso e puntuale.
Durante i successivi incontri, sempre in occasione di Presentazioni e Mostre, ho ricevuto di volta in volta molteplici suoi scritti su argomenti diversi, quali critica d’Arte, saggistica – filosofia- La successiva lettura degli stessi mi confermavano sempre di più la stima ed il rispetto per l’Uomo e lo studioso.
L’ultima sorpresa in ordine di tempo è stata quando, durante l’ultimo mio viaggio in Sicilia, invitata da amici ad assistere e conoscere la grande tradizione palermitana del Festino di Santa Rosalia, ho incontrato Tommaso Romano che mi ha messo in mano un pacchetto e con il suo tipico mezzo sorriso mi ha detto:” queste non le conosci”. Ho scoperto così che “il prof”, come affettuosamente lo chiamano i suoi amici è anche poeta e… che poeta. Non è questa la sede per enumerare i moltissimi premi che ha ricevuto e riceve frequentemente per la sua attività di poeta e di giudice nei concorsi di poesia cosa, nota in Sicilia ed oltre, ma è bene ricordarlo.
 Soltanto dopo la partenza da questa terra bellissima, ricca da sempre di colori e di cultura, come di affabilità e di ospitalità ho cominciato a leggere dapprima qualche poesia qua e là,  non in ordine cronologico,  per capire l’impressione che ne ricavavo; poi sono passata a leggere le prefazioni che trasudano, di una grande conoscenza, del poeta e dell’Uomo e della sua cultura eterogenea e molto raffinata; ma mi colpiva anche l’affetto sincero e non formale che gli autori di queste prefazioni mettevano nelle loro parole. A questo punto ho cominciato a rileggere queste poesie in modo più consequenziale e più andavo avanti e più mi rendevo conto della logica evoluzione del suo pensiero; e ancor più mi colpiva la grande intelligenza emotiva che trapela nelle sue poesie.
 L’ultima opera, in ordine di tempo  ”l’Airone celeste”  offre proprio una sintesi di quanto ho detto.
Dopo qualche mese gli ho fatto i complimenti e gli ho detto sinceramente che avevo gradito molto la sorpresa esprimendo qualche mia impressione sulle sue poesie, e Lui con la consueta gentilezza e signorilità che connota la Sua persona mi ha chiesto di scrivere queste mie impressioni. La richiesta, al momento, mi ha messa un po' in crisi, perché sono abituata a studiare e scrivere sempre di arte figurativa e non poetica, ma gli ho risposto che ci avrei pensato.
 La prima impressione che ho provato leggendo le poesie di Tommaso Romano e stata che queste non si possono” leggere” ma si devono “affrontare”. Non è come passeggiare in un bel viale alberato quanto piuttosto, si deve intraprendere un duro cammino per arrivare a scavare e forse, in minima parte, comprendere la profondità della sua anima. Istintivamente, per la mia abituale professione di storico dell’Arte, ho sentito di non poterle paragonare ad un dipinto di Raffaello, alla sua dolce e suadente pennellata quanto piuttosto alla forza emotiva di Michelangelo , in quanto ogni parola sembra scaturire da un colpo secco di scalpello, e quella che segue, un altro e così via.  La chiusa, alla fine di ogni poesia, quando c’è, o è tristemente pessimista o lascia intravedere l’impossibilità di capire fino in fondo il dramma della vita che ci pone sempre vicini alla meta ma non ci fa comprendere il suo significato finale. La profusa religiosità del poeta intrisa più di fede che di dogmi è sottilmente latente in tutta l’opera; le parole, mai scelte a caso, sono come piccoli mattoni che stanno lì per costruire un pensiero espresso in forma poetica che va al di là della pura emotività dello stato d’animo per diventare sentimento profondo ed universale. E’ presente in tutte le sue poesie cominciando dal titolo una intesa valenza simbolica, realizzata con grande maestria emotiva.
In tutta l’opera poetica di Tommaso Romano non esiste nessun vagheggiamento sentimentale quanto, piuttosto, la resa formale della profondità del suo rapporto con gli aspetti più complessi della vita che da filosofo razionalizza nei sui testi, e da poeta esprime con l’anima. L’andamento del suo fare poetico viene reso con uno stile raffinato ed armonioso così che le parole passano attraverso la nostra mente per figgersi nel cuore e nella anima.

                                “Basta l’incontro
                                  breve di uno sguardo
                                  per incidere verità…
                                  Rivestire di una lieve luce
                                  l’attimo nell’opaco cammino
                                  a compimento”

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